Frozen 2: Il Segreto di Arendelle – La conferenza stampa

Si è tenuta a Roma, lo scorso 12 novembre, la conferenza stampa dedicata a “Frozen 2: Il Segreto di Arendelle“, il nuovo film Disney che arriverà il 27 novembre al cinema.

Come vi avevamo già raccontato nella nostra recensione, Frozen 2: Il Segreto di Arendelle riprende la storia di Anna ed Elsa dopo l’incoronazione di quest’ultima. La città continua a vivere in tranquillità, Elsa continua la sua vita nel suo ruolo di regina ed Anna la sua storia con Kristoff sempre seguito da Sven. Olaf, invece, continua ad amare i caldi abbracci e a stare vicino alla famiglia di cui è ormai membro a tutti gli effetti.

Sono ormai passati sei anni dall’uscita del primo capitolo della saga Frozen: Il Regno di Ghiaccio e quattro anni dall’uscita dello spin-off Frozen Fever. E le domande che questa “saga” ci ha lasciato sono tante.

Abbiamo provato a farci rispondere direttamente dalla sceneggiatrice, regista e Chief Creative Officer dei Walt Disney Animation Studios Jennifer Lee, dal regista Chris Buck e dal produttore Peter Del Vecho, ma anche dalle voci italiane del film Serena Rossi, Enrico Brignano e Giuliano Sangiorgi durante la conferenza stampa che si è tenuta alla Sala Ritz dell’ Hotel The St. Regis di Roma il 12 novembre.

D: Visti i risultati del primo film, che sfida è stata fare Frozen 2: Il Segreto di Arendelle?

JL: Noi stessi avevamo molte domande a riguardo. Abbiamo pensato al futuro di queste due sorelle, alla loro forza e a cosa questa loro forza potesse portare. Il primo film era basato sul carattere di ciascun personaggio, ma ora dovevamo restare uniti in un’unica squadra.

CB: Abbiamo cercato di fare in modo che questo film, con la sua musica, fosse come un secondo atto di un musical di Broadway. Con il primo atto abbiamo costruito i personaggi, con il secondo atto lo abbiamo arricchito di canzoni ed implementato di sensazioni e sentimento. E’ stata una sfida sì, però è stato anche un piacere portare avanti la trama ed esplorare i personaggi.

PDV: Abbiamo pensato ai bambini e a quale fosse lo scopo che questo film potesse avere.

D: Quali stilisti avete contattato per i vestiti di Anna e Elsa?

CB: Abbiamo un team che ci ha lavorato duramente e a pieno ritmo, sia nella ricerca dei design che dei tessuti. Ciascun personaggio ha 4 nuovi costumi, ma il vero obiettivo è stato anche cercare di dimostrare, con i vestiti, come Anna e Elsa siano cresciute.

D: In questo secondo film c’è un forte riferimento alla natura, avete un messaggio su come comportarci con essa?

CB: Non vogliamo dire come dovete comportarvi. Nel film Anna ed Elsa hanno una grande connessione con i vari elementi che compongono la natura e sarebbe bello che anche noi riuscissimo a trovare la stessa connessione.

Ma passiamo a qualche domanda per il cast italiano.

D: Come ci siete arrivati in questo universo Disney e come vi ci trovate?

SR: Ovviamente benissimo! Questa poi è una storia davvero potente e da donna sono felice di raccontare ai più piccoli la forza, l’amore, i difetti, le fragilità e le paure di due giovani donne. La cosa in cui credo di più poi è proprio che l’amore può salvarci, l’amore per noi stessi e l’amore che ci viene dato dalle persone a noi vicine e che ti permette di vincere tutto, ma anche di interrogarti sul tuo passato e a guardarti dentro e capire chi si è realmente. Questo film mi ha fatto venir voglia di fare un altro figlio, di chiamare mia sorella tutti i giorni, mi ha mosso dentro davvero tante cose. Io ho pianto tantissimo in sala di doppiaggio, ero davvero distrutta, perché ci credi davvero tanto.

EB: Io ci sono arrivato quasi per caso. Ero totalmente lontano dal mondo Disney e dai cartoni. Quando mi hanno chiesto di doppiare Olaf, ho fatto un provino abbastanza scettico. Poi però quando ho vinto il provino ho esultato e anche un minimo goduto, non sapendo però del lato emozionale che poi avrebbe coinvolto me. Specie perché tra il fare il provino e poi interpretare il ruolo mi è nata una figlia e mi ha completamente cambiato e stravolto, perché non lo stavo facendo per la Disney ma per lasciare a mia figlia una testimonianza del lavoro fatto da papà. Il film è uscito un po’ di tempo fa, ma lei lo sta guardando ora e ogni giorno mette su Google “Brignano Olaf”  e vede me mentre canto la canzone. E sta tutto il giorno con le cuffie a cantare la canzone. Ora, dopo quattro anni si ripresenta l’opportunità di reinterpretare di nuovo questo pupazzo di neve che ama i caldi abbracci. Ecco riniziare questa avventura devo dire che mi ha devastato psicologicamente, e se mi avessero chiamato a girare un film a Hollywood credo mi sarei emozionato di meno.

GS: Io credo di averlo fatto per due motivi. Per amore, un nuovo amore appena arrivato e per vendetta. Mia figlia tra poco compirà un anno e quando crescerà dovrà vedere il film, ma anche gli altri film della Disney e dovrà pensare che suo padre lavori per e con loro. La vendetta invece risale a Frozen 1, quando con mia nipote Sole si facevano le trasferte in macchina per poter ascoltare la colonna sonora di Frozen 1, fino a farmi uscire il sangue dalle orecchie per i troppi ascolti. Ora invece mi vendicherò perché nelle trasferte si ascolterà questa con me davanti a cantarla.

D: Durante la preparazione di Frozen 2: Il Segreto di Arendelle si era parlato di una probabile relazione omosessuale per Elsa, era un’idea presa realmente in considerazione? La vedremo in Frozen 3?

JL: In realtà per noi era impensabile alcun tipo di relazione perché Elsa è così timida, ha persino paura di parlare in pubblico. Il nostro focus poi si concentrava sul rapporto tra sorelle, ma soprattutto nel ritrovarsi con il peso del Regno sulle spalle prima e con quello della Foresta incantata poi. E poi Elsa cercava di capire questo grande potere che vive in lei. E ci siamo concentrati su questo. Questo e l’amore tra sorelle.

D: In questo film vediamo la grande forza dei personaggi femminili che sono poi al centro del film e poi vediamo i personaggi maschili che sono un po’ più marginali. Perché?

CB: Sono dei personaggi di supporto, infatti. L’intera storia si basa sul viaggio di Anna e Elsa, il focus è su Anna ed Elsa. Ma poi credo che Kristoff, comunque, sia un gran personaggio, poi in questo film ha anche una bellissima canzone tutta sua. E comunque credo che ci siano anche personaggi maschili forti, come il padre ad esempio.

JL: C’è da dire però che è un film su due sorelle e che i personaggi maschili sono per forza secondari. Ma ciò che è importante specificare è che i personaggi maschili in questi due film sono comunque degli eroi e ciò che li rende eroi è che non hanno paura di supportare le loro donne e credo che questa sia una cosa bellissima.

D: Il primo film di Frozen terminava con un lieto fine, ma poi c’è stato questo secondo atto, che sembra anch’esso avere un finale. Possiamo immaginare e sperare in un terzo film, o è presto per dirlo?

EB: Secondo me sì, sì tutta la vita! Perché no?

PDV: Ce lo siamo chiesti anche noi. Ma abbiamo finito di girare Frozen 2: Il Segreto di Arendelle qualche settimana fa. In realtà fare un film Disney è come partecipare ad una maratona, anzi peggio, ad una gara di triatlon quindi abbiamo bisogno di staccare un attimo. Anche quando uscì il primo film ci volle un anno prima di riprendere in mano i personaggi e decidere se fare un altro film o meno. Quindi se ce lo chiedete tra un anno forse sapremo darvi una risposta.

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Alla fine dell’intervista irrompe la voce di Giuliano Sangiorgi che chiede a gran voce “POSSIAMO FARE UN FILM SPINOFF SU OLAF?”. Ma Magari Giulià, magari!

Frozen 2: Il Segreto di Arendelle vi aspetta al cinema a partire dal 27 novembre, mi raccomando correte a prenotare i biglietti, vi promettiamo che non ve ne pentirete!

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